Agenda dei poeti 2009

17 febbraio 2009

ECHI D’AMORE LONTANO

Terra arsa, oh crepaccio lontano.
Dipinta con le fronde di ulivi
secolari e stanchi
che macchiano l’orizzonte terso
confuso smeraldo tra cielo e mare.

Quando ti sono vicina
mitighi nel mio cuore
la sovranità del tempo:
soave malinconia
sottratta all’umana verità.

Terra di emigranti e sangue
che fluttuano per poco e niente
nelle misere illusioni e
nelle nitide passioni,
dei tuoi figli venuti al mondo da sempre.

Mi apristi gli occhi e mi cacciasti via,
lontano dalla salsedine e dalla quiete
che sovrasta maestra
il riecheggiare della risacca.
Quando si infrange eguale e spumosa
contro gli scogli delle tue braccia
e dell’anima mia.

Terra maledetta e stanca,
spinosa come dolci frutti
e agavi imperiali e glauche vegetazioni
che sovrastano le campagne polverose,
desolate nel tempo.

Mi rendesti elegante ed aspra
come un melograno
che compare con i suoi colori
e scompare come la neve al sole.

Terra del sud e dell’est
che snoccioli all’alba il maestoso amore
e all’imbrunire la bieca passione.
Delle tue pelli bruciate
e profumate d’agrumi
che frugano nei silenzi
gli sguardi peccaminosi
di menti audaci,
nascoste nei casolari cupi.

Oh Terra amara e dalle gesta ingrate
e di artefatta armonia.
Di paesi disseminati
e voci straniere al vento.
Sento nelle piazze affollate
il riecheggiare d’estate
e di quando bambina
m’apparivano estranee
le bestemmie
e i rantolii randagi e umani.

Penso ai tuoi figli che tornano
devoti e fugaci, e tu da sempre
li accarezzi e li rincuori
come madre malata.
Ma per me fosti
scacco della mia tenera età
e di forestiera maturità,

Terra derubata di storia
di potenti e finti intellettuali,
di gendarmi inermi e afoni,
di ignare genti e menti distratte.
Cuore battente,
ancora mi domando
dov’è la tua libertà?


Lucia Onofrio - Fagnano Olona (VA)