Agenda dei poeti 2005

3 giugno 2005

LA STRANIERA

Ho visto una straniera
coprirsi il viso con la sciarpa,
stretta stretta al bavero
consunto del cappotto.
Andava per la sua strada,
sembrava non vedesse niente,
eppure due occhi vivi
bucavano quel viso di rame brunito:
urlavano in faccia al mondo
una rabbia senza fine,
lottavano contro un cielo
pesante come piombo.
Cosa dicevano quegli occhi
d'un nero violento
mentre guardavano i tram e le persone?
Dicevano che fa freddo, un freddo da morire,
un gelo di cemento che ti toglie il respiro.
La solitudine ha un volto di rame brunito,
mia povera straniera, il tuo volto;
il volto di chi ha perso tutto, perfino l'anima
nel mondo senz'anima dove stai camminando.
Qui s'alza polvere sporca
dai marciapiedi dove tutti razzolano,
paiono marionette d'ogni forma e colore
in un caotico teatrino senza scena.
Ecco la metropoli, la città cosmopolita.
Da dove vieni tu si pregano i santi,
ci sono i modi di dire, la gente si muove
piano, le strade sono belle
e azzurre, e calde; l'aria dorata e leggera
è un inno gioioso alla vita.
E lì tu non ti vergogni,
non pensi che il tuo cappotto è vecchio.
Adesso si; pare che tutti ti guardino,
e intanto sono vuoti gli occhi delle ombre
che ti passano accanto in fretta.
Hai ragione, piccola straniera, ti osservano:
dai manifesti tutta quella gente ben vestita
sai, sta ridendo di te.
Ride di tutte le volte che nessuno ti dà retta,
ride di tutte le volte che non hai soldi.
Ride di tutte le volte che ti senti sola,
di tutte le volte che in chiesa vecchi,
turisti e sfaccendati si mettono a parlare
e non ti lasciano pregare.
Dov'è il cuore pulito della tua gente?
Solo sporcizia e disperazione
nella città dove non sei nessuno.

Donatella Pezzino - S. Agata li Battiati (CT)