Agenda dei poeti 2016

17 ottobre 2016

IL CIBO DI DIO

Se ti dicessi mandorlo fiorito, mentirei
se ti dicessi latte di capra
o mela acerba, supplica
vigonia tra le cosce gemelle.
Mentirei.
Se ti dicessi incanto, rotondità divina
fasciame di veliero veloce, mandarina.
Se ti dicessi azzurra, buccia di prugna
o casta regina, anima bruna.
Se ti dicessi vuoto d’eunuco
mare calmo, due lune d’aglio medico
di sale sconsacrato.
Se ti dicesi lingua
pertugio musicale, ferita passiflora
camelia proletaria.

Cadrebbero i miei occhi
come avvizziti seni,
capezzoli succhiati
dai cani delle streghe,
cadrebbero sui tetti di Londra
come piombo
come le falci dure sull’erba
in Cornovaglia,
come le stelle morte
di San Martino in campo.
Perché bisogna averti la bocca
per cantare
e non sentire
vena di donna dissanguata.
Bisogna averti dentro la bocca
senza veli,
per ricordarsi il cibo di dio
che in te, matura


Massimo Botturi – Vanzago (MI)