Edizione curata da OTMA2 Edizioni.
ISBN: 9788885461550.
LIBRO MOMENTANEAMENTE ESAURITO
Prefazione
di Andrea Carlo Cappi
Quando giudica i protagonisti della narrativa di spionaggio, la critica tende a considerare verosimili gli antieroi di John Le Carré e poco plausibili quelli della narrativa popolare. D'accordo, molti agenti segreti del grande schermo, se vivessero nel mondo reale, non potrebbero affrontare certe acrobazie senza finire con le ossa rotte. Ma, quanto a situazioni improbabili e doppi giochi ad alto rischio, la storia dello spionaggio, in particolare nella Seconda guerra mondiale, è un'autentica miniera.
Per esempio, i servizi segreti britannici cambiarono il corso della storia quando misero informazioni fuorvianti per i nazisti addosso al cadavere di un corriere militare – in realtà il corpo di un civile recuperato in obitorio e vestito con una divisa – abbandonato alla deriva al largo della Spagna, certi che i documenti sarebbero stati recuperati dall'Abwehr: un piano romanzesco (alla cui preparazione contribuirono, non a caso, l'autore mystery Dennis Wheatley e il futuro creatore di James Bond, Ian Fleming) che convinse Hitler che lo sbarco alleato sarebbe avvenuto in Grecia, non in Sicilia, spostando la Wehrmacht di conseguenza.
Nello spionaggio tutto dipende tanto da ciò che si sa dell'avversario, quanto da ciò che all'avversario – così come a un lettore di romanzi gialli – si fa credere di sapere. Per questo durante la guerra i servizi segreti britannici riunirono elementi di varie sezioni di intelligence nel cosiddetto Twenty Committee, allo scopo di gestire i propri agenti impegnati nel doppio gioco tra Alleati e nazisti. Persino il nome era ingannevole: il numero twenty era scritto in cifre romane, XX, una doppia croce, laddove in inglese double cross significa anche “doppio gioco”.
Gli agenti del Twenty Committee trassero abilmente in inganno lo spionaggio tedesco, nascondendo il vero obiettivo del D-Day e facendo credere che i bombardamenti della Luftwaffe e delle “armi di rappresaglia” andassero sempre a segno. Tra loro Duško Popov, nome in codice “Tricycle”, playboy e master spy, purtroppo inascoltato quando mise in guardia gli USA sull'imminente attacco a Pearl Harbour; Joan Pujol, nome in codice “Garbo”, autore di falsi rapporti così perfetti da essere decorato con la Croce di Ferro tedesca; o Edward Chapman, nome in codice “Zigzag”, scassinatore arrestato a Jersey dalla polizia di Sua Maestà (a cena con la fidanzata Betty Farmer, non ebbe il tempo di uscire dalla finestra); ritrovato in carcere quando i nazisti occuparono l'isola, si offrì loro come spia e sabotatore. E chi meglio di un criminale inglese può agire indisturbato e inosservato in territorio britannico?
Non aggiungo altro, per non guastare le sorprese del romanzo di Fabio Viganò che parte, sì, dalle vere avventure di Eddie Chapman, ma si sviluppa come una vicenda corale che racconta vita, morte e pericoli di molti personaggi le cui storie individuali si intrecciano con la Storia: dalla fanatica nazista che giustifica tutto con la fede nel Terzo Reich ai doppiogiochisti sul filo del rasoio, fino alle persone comuni che si trasformano in eroine ed eroi silenziosi della Resistenza. Un romanzo profondamente umano, in cui l'intrigo si sposa con la memoria, la finzione con la realtà, il dubbio della paura con la dedizione alla causa della libertà.