Agenda dei poeti 2017

24 febbraio 2017

DOV’È QUEL MONDO

Ricordo come era bello
correre sull’aia
odorosa di pannocchie di granturco,
inseguire starnazzanti galline
dalle ali allargate raso terra,
che poi si fermavano di colpo
e becchettavano qua e là
con noncuranza.

Arrampicarsi su odorosi
cumuli di fieno
e scivolare in basso
fra strilli e risate.

Correre frenetici
nei grandi campi di spighe
dorate e profumate,
fra capocchie rosse di papaveri,
fino a fermarsi, stremati,
davanti al piccolo ruscello
dall'acqua limpida,
o allo stagno coperto
di melma verde,
brulicante di ronzanti insetti
e petulanti ranocchi.

Ricordo il meraviglioso carretto
dalle grandi ruote
cigolanti sulle secche zolle,
sul quale, appeso dietro,
tra balzelloni e colpi
mi divertivo un mondo,
mentre i piedi scorrevano
impazziti,
or su or giù, come un’altalena.

Ricordo la sera,
raccolti intorno al grande,
fumoso camino,

con languide scoppiettanti fiamme
che ti abbacinavano gli occhi
e ti ammaliavano,
a raccontar di storie e favolette,
mentre, alle spalle,
le nostre enormi ombre
si movevano,
come personaggi
di un altro mondo,
di un altro tempo.

E gli occhi si assopivano,
immersi nella calda, amica fiamma,
che pian piano, si affievoliva,
fino a lasciare,
con gli ultimi guizzi,
un vivido chiarore di brace
che offuscava lentamente e che,
qualcuno, soffiando,
rinverdiva di nuovo fugace vigore.

E poi, il Rosario,
biascicato, più che detto,
dalle decrepite e sdentate donne
dal grande fazzolettone in testa,
mentre i più piccini,
col capo reclino
sul grembo della mamma,
già dormivano con aria tranquilla.

È passato tanto, tanto tempo!
Dov’è ora quel mondo?
È qui, nel mio cuore!


Mario Torchio - Milano