Agenda dei poeti 2016

26 marzo 2016

MALEDETTO IO CHE V’AMO

Meraviglia al guardo mio,
che di monti e colli
s’empiono estasiati l’occhi.
Venere igniuda, che n’sonno v’appresentate
e al porgerve la mano,
dell’umor vostro me fate dono.
Ch’io non mi desti, da codesto sonno,
ahi me...
Al sorgere del sole voi svanite
e le mani igniude me lassate.
Non canti gallo
e non cinguetti uccello
non bussi vento all’uscio
sine ch’io gema all’ultimo respiro.
In tale modo, ingrata me lassate
ma non v’odio... v’amo
a tale punto, che m’enchino
al vostro sì volere,
ma diletta mia, che mi fuste sposa,
ch’io ancor di più, desio d’averve ora.
Codesto tempo, lacera le carni,
m’ottunde mente
e nell’oblio funesto affondo.
Non v’è alba, ne tramonto
ne pioggia o vento,
ma voi sogno,
mio unico tormento
e si le notti intrise di piaceri
di sogni mei soavi,
lo risviglio e i dì a passare, pesanti di dolore.
Che nulla quieta lo pensiero,
che tra le carni d’uno straniero
io vi cogliessi sul sentiero
ah!... morir dovrei col core...
ma v’amo... e v’amo... ancora... e ancora...


Ausilia Minasi – Castello di Brianza (LC)