Agenda dei poeti 2014

13 ottobre 2014

CIELO DI CAMBOGIA (DEPORTATO)

Sbarre ottuse racchiudono il mio corpo,
assise arcigne fame, sete, dolore,
si specchia la speranza in te,
nuvola mutevole,
che catturi raggi di sole
e ritagli d’indaco
e voli d’uccelli.
So che nulla tratterrà lo spirito,
ti raggiungerà,
libero nella mia fantasia,
e quando tu scioglierai la chioma,
non lacrime salate
spargerai su campi in paziente attesa,
ma stille preziose;
ed io lì sarò,
per abbracciarti ancora,
o mia terra,
per oscillare con voi,
messi verdeggianti,
e sarò eternamente,
e nulla potrà mai annullare
la mia memoria.

E’ il canto immaginato
di un deportato cambogiano,
assassinato dal regime di Pol Pot.
Le fosse comuni, i campi di sterminio
sono la memoria
di uno dei più terribili genocidi
della storia dell’umanità,
rimane solo la speranza
di un futuro migliore,
unico passaporto
per il conseguimento dell’immortalità
che lo spirito di chi è scomparso
sa di poter infine raggiungere.



Roberto Bramani Araldi - Milano