Agenda dei poeti 2012

1 settembre 2012

AL CARO AMICO CECE’

Improvvisa, inattesa, impietosa, s’avventò
su di te: “vieni meco!” t’ordinò
con crudele cipiglio, e tu incredulo
dicesti: “Ma che scherzi sono questi?
Vai altrove!”. Vinse lei
in un rapido batter d’ali t’assopisti
per sempre, quand’era giunto il tempo
di raccogliere i frutti, nel meritato riposo
dalla lunga fatica, tutti e tutto abbandonasti,
per non più ritornare. Tu non sei più.
Nella tua vita di padre, amico, educatore,
di volta in volta con tutti l’uno e l’altro tu
fosti i ruoli alternando col medesimo fine
del bene. Gli affranti tuoi cari, con la tua
dipartita han perduto la luce del giorno.
Le schiere di bimbi che sempre accogliesti
col paterno affetto, cresciute, già grandi
e mature, salutano il loro maestro dal quale
hanno attinto “virtù e conoscenza”.
Chi da te ricevette il sapere ti ricorda con
animo grato. Gli amici che rari ti vissero
accanto, han perduto un modello di stile
e di vita, e anch’essi sgomenti,
van meditando sull’avverso destino.
Ognuno, di te parlando, ricorda le doti
che furon tuo ritratto: modestia, rettitudine,
serietà: pregi che, come te, ben pochi
han posseduto.
Prodigo il sole di luce e di calore, orbiterà
per secoli e millenni; il tempo sonderà,
come un rosario i suoi giorni sgranati
all’infinito; le stagioni ruotando senza
tregua, ritorneranno mille fiate e mille.
I fiori del tuo giardino rispunteranno
dalle grosse gemme. Chissà per quanto
ancora! Ma tu non sei più! Hai concluso
anzitempo il tuo cammino. L’alta impronta
di te che hai lasciato ai viventi, sia conforto
ai tuoi cari ed esempio a chi ti stimò.


Vittorio Calvari – Campo Calabro (RC)