Agenda dei poeti 2012

24 luglio 2012

MUSEO DELL’OLOCAUSTO

Poi d’improvviso,
l’entusiasmo divenne sgomento,
al museo dell'olocausto,
camminavamo attoniti
guardando immagini di vera follia,
appese ai muri, non ancora coscienti
che fossero, vissute realtà.
In silente processione, sospinti dalla voglia
di vedere per comprendere, l’incomprensibile,
mentre il cuore, pareva fermarsi in un sussulto
e la mente confusa si chiedeva; “Perchè?”.
Quanta sofferenza,
uomini e donne come fantasmi,
nudi, denutriti, spogliati della loro dignità,
occhi grandi a cercare
comprensione e compassione,
forse, pietà, per l'ideatore
di quell'assurdo crimine.
Infine, una grande sala,
buia di specchi e luci riflesse,
come fossero un firmamento,
nel silenzio soffocante,
proiettate sui muri, immagini,
volti di bimbi sorridenti,
mentre impietosa una voce
li chiamava per nome.
Uno ad uno ho guardato quei visi,
nel silenzio assordante, provando dentro,
la voglia di poter fuggire lontano,
cinquemila volte cinque,
sono quei volti sorridenti di bimbi
piccoli angeli, dell'assurdo progetto di un folle.
Lacrime tiepide a solcare le gote
e prepotente la voglia di urlare la rabbia
che avevo dentro il cuore, un nodo
soffocava il respiro e ho pianto,
provando vergogna per la pazzia di un uomo
e per l’assurdità dell’olocausto.


Vincenzo Parolini – Bellusco (MI)