Agenda dei poeti 2010

17 luglio 2010

IL NONNO ANARCHICO

Quando tu sarai grande capirai
cosa vuol dire fare il governante,
stare sopra ad un popolo ignorante,
senza fargli capire che ci stai.

“Io sono come un padre di famiglia,
il buon pastore che conduce il gregge
sono colui che il popolo protegge.”
Lor ti diranno per condirti via.

Ma, attento, non è vero che l’armentario
sia così buono come dice il mondo,
è vagabondo, cupo, in fondo in fondo,
è tristo come chiunque solitario.

Casa fa con le pecore, lo sai?
Quando ha fame le munge e fa caciotte,
ne beve il latte, fa delle ricotte
e lavorare? Non lavora mai.

Con il freddo le tosa sino all’osso,
la lana se la mette sul groppone,
ha l’anima negletta del pappone
e l’altrui terra sfrutta a più non posso.

Quando non ha contanti, il buon pastore,
del gregge che ne fa? Sceglie gli agnelli
e li conduce placido ai macelli
dimostrando così questo gran cuore.

E così fanno gli uomini di stato,
ci mungono, ci spennano di tasse,
se infine tutto questo non bastasse
se tu protesti vieni castigato.

Per soldi, per ragioni commerciali,
chiamano i nostri giovani alla guerra,
co’ loro sangue bagnano la terra,
per arricchire i grossi industriali.

In nome della patria, la bandiera,
ma siamo nel duemila, adesso basta!
Ribelliamoci dunque a questa casta
che ci crede minchioni ‘un’è maniera!

Ma quando giungerà quel giorno santo,
che la giustizia sarà quella vera,
che per i ladri ci sia la galera
e per l’onesto e il giusto ci sia vanto.

Comunque del pastor non ti fidare,
in fondo tu sei come un agnellino,
se ti tien sulle spalle a sé vicino
è per portarti, forse, a macellare.


Mario Serafini – Milano