Agenda dei poeti 2008

12 dicembre 2008

A MIA MADRE

Come quercia secolare
che resiste alle tempeste
e non si piega all'urto dell'uragano,
in tutta la tua vita terrena
hai acuito le tue energie
e in un impeto possente
hai lanciato il grido di sfida
e sempre ti sei accinta alle fervide battaglie.
Hai soccorso i miseri,
hai tolto dagli artigli del dolore gli afflitti,
hai asciugato le lacrime sui volti dei dolenti,
hai lenito le altrui angosce e appianato
gli ostacoli ai poveri naufraghi della vita.
Anche quando sfiorata
dall'ala nera del dolore
che ha inondato di tenebre la tua esistenza,
non ti sei lasciata scoraggiare
e hai raddoppiato gli sforzi vincendo
le miserie della vita.
Anche quando il tuo cuore è stato straziato
dalle amare delusioni
hai combattuto lotte drammatiche
nel silenzio e in attesa di una nuova luce.
Tutta la tua vita è stata un'interiezione,
un oh... o un ah...di gioia o di cordoglio,
una stella che splende all'orizzonte
sui limiti di due mondi, fra la notte e l'aurora.
Ad ogni passo hai trovato un disinganno,
hai visto tutte le rose mutarsi in spine,
tutte le gioie mutarsi in lacrime
ma come aquila che spazia nei
campi azzurri del cielo,
hai saputo abbattere le miserie della terra
sfidando ogni ostacolo
e assurgendo a tutte le altezze del sacrificio,
sicura che in mezzo a tanti dolori
doveva pur germogliare
qualche fiore di sogno e speranza,
qualche rosa doveva pur fiorire in
mezzo a tante spine.
Mamma!...

La tua vita è stata una serie incessante
di lotte, uno svolgersi tumultuoso
di sforzi e fatiche, un anelare di desideri
un susseguirsi di opere laboriose
senza posa di braccia fino a
quando serenamente hai guardato in faccia
la signora vestita di nero.

Oggi è strano pensare ad una storia diversa.

Lungo il sentiero della
vita, nel mare della tua anima
sento ancora la musica della tua voce
andar per l'aria fra nuvole bianche,
dove l'ombra fonde in luce.
Ricordo ancora l'ultimo abbraccio
quando hai avvertito
ch'era l'ultima volta
ti sei avvinghiata al mio corpo
e a fatica ti sei staccata.
Fragile e vibrante farfalla
ho inteso sbattere le tue ali pronta a
spiccare il volo
per poi adagiarti sul fiore della morte.
T'ho vista nell'alba circonfusa di luce
nel cielo vermiglio, ai primi chiarori,
t'ho sentita volare nel silenzio sovrano
quando stanca ti sei stesa
all'idea dell'infinito.


Vito Moretti - Varese