Agenda dei poeti 2006

25 luglio 2006

IL MIO PAESE (SORAGNA)

Il mio paese è un giardino
dove i fiori sono i sogni della gente
dove il loro profumo
è l alito della giovinezza,
dove il profumo del pane appena sfornato
inonda di fragranza vicoli e cortili,
dove ci si saluta con un sorriso,
dove ci si aiuta,
senza che nessuno te lo chieda,
dove il dolore e la gioia
si spartiscono insieme,
come un pezzo di pane.
Il mio paese
è un grappolo di case
che si tengono strette l una all altra
per ripararsi dal freddo col tepore
delle vecchie Becchi di terracotta rossa.
Il mio paese è ancora quello di una volta
dove quelli che una volta erano giovani,
si chiamano ancora ragazzi.
C è anche una chiesa
che ha i mosaici come Ravenna
ed una famigliola di Nazareth
in perenne esposizione.
Al mio paese c è anche una sinagoga
dove pregano persone con preghiere diverse,
anche se loro sono uguali a noi.
Qui la gente ha imparato
a voler bene da bambino,
prima ancora di sedersi
sui banchi di legno della scuola
e di diventare Balilla.
Al mio paese la gente
ha imparato a pregare da un prete
che non era uguale agli altri preti.
Al mio paese la gente si diverte
a misurare i percorsi olfattivi di chi passa
e lo fa diventare per un giorno Re.
Al mio paese la gente mangia la erre,
ma anche il pane buono
ed ha un primo cittadino poeta nella politica
e politico della poesia.
Al mio paese la gente è fiera
di essere nata qui e
con il pretesto di una foto
o di un libro di ricette
affonda le sue radici nella storia.
Al mio paese c è una corale
che più che cantare, incanta,
ed un vecchio castello
che quando gli passi davanti,
ti racconta una storia di mille anni
popolata di fantasmi e
di principi azzurri,
dove abitava anche una fata
dagli occhi neri ed i capelli corvini
che si chiamava Violetta
ed amava tanto la poesia
che l ha seminata nei cuori della gente.
Al mio paese ci sono dei voltoni
dove si passa sotto
una volta sola nella vita
quando le si dice addio.
Al mio paese c è un viale di castagni
vecchio di secoli e
che sembra sempre uguale,
perché ti porta in un posto
dove anche là si è tutti uguali.
In questo posto tranquillo
ci sono anche mio padre e mia madre
che un giorno come un altro
hanno salutato tutti con un sorriso,
ed ora sorridono di lassù.

Arturo Bertoni - Parma