Agenda dei poeti 2005

29 luglio 2005

MIO PADRE

Mio padre passò nella mia vita
col cuore di eterno bambino.
Era allegro, amava le donne,
era onesto, amava gli amici.
A tutti aprì la sua casa
e tutti accolse al suo desco.
Gli ridevano gli occhi, scherzava.
Detestava gli intrighi; talvolta barava
ma era sempre per gioco.
Amò me e mia madre
ma ci capì poco perché il suo cuore
era troppo fanciullo.
(Avrei tanto voluto giocare con te
ma i tuoi giochi non erano i miei;
io cercavo soltanto mio padre
tu vivevi la tua verde età
e lo spazio per me era minimo
nella tua affollata realtà.)
Crescendo capii che la sua ironìa
era in fondo una grande saggezza,
sottile, venata di malinconìa,
bonaria e amichevole
senza mai crudeli allusioni.
Rimase fanciullo scherzoso
e mantenne le sue illusioni
di forza e di giovinezza
finché il cuore non venne malato
e poi fu dolore il solo respiro.
Ebbene, si mortificava
come un bimbo cui negano il gioco
ma poi risaliva la china per poco
a difender la vita coi denti.
Poi s'arrese e partì per il cielo
a cercar forse un cuore
ma nuovo, d'eterno bambino.
Mio padre passò nella mia vita
senza mai soffermarsi da me.
E' così che l'ho sempre perduto.
Egli fu come figlio del vento.
I suoi passi che vanno nel cuore risento.

Virginia Colombo Quagliotti - Castellamonte (TO)