Agenda dei poeti 2004

7 giugno 2004

LE MANI DI MIA MADRE

Le ricordo giovanili ancora
muoversi discrete, timorose,
fra gli scampoli
d'una bancarella del mercato;
saggiare la trama dei tessuti,
tendere la stoffa verso il sole,
scegliere i colori,
- gli azzurri occhi ridenti e misteriosi -
già prevedono l'opera finita.
Poi, sul tavolo di cucina,
piegare la pezza e scorrere
con l'unghia sulla piega.
uno scorrer deciso e delicato,
quasi una carezza,
per giudicar l'effetto e la tenuta.
Non era sarta, mia madre,
ma cuciva per noi
ed uscivano dalle sue mani
capolavori d'alta sartoria
che considerava soddisfatta,
le bianche dita intrecciate
a sostenere il mento,
i gomiti poggiati sul tavolo,
e un'espressione estatica
che illumina il viso.
E sul suo labbro, di nuovo,
aleggiava
quel sorriso incantato e vago
che, si capiva,
inseguiva un sogno suo segreto.
Ma troppe furon le incertezze,
troppa la povertà
di chi aveva sempre obbedito
per aver il coraggio di dar vita
ai sogni che cantavan dentro.
Se mai vi fu rimpianto
restò nel silenzio.
Palese, invece, fu l'amore
e tacita fluì dalle sue vene
come linfa vitale per noi
la sottile gioia del creare
che sa render lieve anche il dolore.

Federica Zuliani - Pescara