Agenda dei poeti 2004

10 aprile 2004

DI PACE

Perché. Perché,
l'immagine arringata, verseggiata, dipinta.
La nausea di baccanali e sozze prostituzioni.
Il rantolo del cormorano, nero, soffocato.
Quella mamma sul giaciglio mutilata di lebbra.
La faccia nel fango del giovane morente.
Tutti quei bimbi senza acqua né minestra.
Perché?
Si procede ad osservare, compatire
si azzarda qualche miseria d'elemosina
ed a vivere nell'opulenza corrotta
invece di spingere l'energia
nei canali della speranza.
Invece di scolpire il progresso
verso equilibri di equità.
Invece di amare l'esistenza
e vestirla di giustizia.
Perché?
La fede è sterile
se predichiamo su sedie d'oro.
Se le parole restan lì
quando si spegne la tv.

Dalla colazione del mattino.
Guardare fuori, la Terra.
Riconoscerla e adorarla
con tutti i suoi abitanti
così speciali e differenti.
Lavare il vetro del cielo
con quel vecchio giornale
che raccontava violenza.
E poter osservare il sole senza eclissi.
E poter leggere le leggi senza occhiali.
E poter sorseggiare l'acqua della vita.
E poter cantare nel coro multicolore.

Abbracciati, uniti e liberi.
Nutrendoci finalmente: di pace.

Giorgio Neiwit - Roma